Elezioni e scuole chiuse:
Alcune note e consigli nell´ipotesi di chiusura
dalla Gilda degli Insegnanti, 21.2.2013 Si svolgeranno domenica 24 febbraio, dalle 8 alle 22, e lunedì 25 febbraio 2013, dalle 7 alle 15, le elezioni politiche per il rinnovo del Parlamento. Per gli stessi giorni si voterà per le amministrative regionali in Lombardia, Molise e Lazio. Nell´ imminenza delle prossime elezioni, abbiamo predisposto un quadro di sintesi delle norme che regolano i permessi elettorali. Ci arrivano richieste di chiarimenti circa il comportamento corretto riguardo alle assenze del personale docente nelle giornate di chiusura dei plessi scolastici adibiti a seggi elettorali. Nel riaffermare ancora una volta che il tema della chiusura temporanea delle sedi scolastiche, quando ha ripercussioni sul rapporto di lavoro intercorrente con i lavoratori, trova risposta nei principi giuridici contrattuali, riproponiamo quanto già pubblicato al riguardo. "In occasione delle prossime consultazioni elettorali, molte scuole saranno utilizzate come seggi elettorali ed i locali scolastici saranno messi a disposizione delle Amministrazioni nei giorni strettamente necessari per l´approntamento dei seggi e lo svolgimento delle operazioni elettorali. Alla tradizionale domanda, "In occasione delle prossime elezioni, essendo il nostro plesso sede di seggio elettorale, può il Dirigente Scolastico utilizzarci in un altro plesso della stessa istituzione scolastica?", rispondiamo ancora una volta negativamente. In tale occasione infatti le lezioni vengono sospese e i docenti assegnati ai plessi sedi di seggio elettorale non prestano la loro attività didattica. Conseguentemente non si ravvisa la necessità di spostare altrove il personale docente per utilizzarlo in altri plessi o sedi o in sostituzione di colleghi assenti; anzi, un provvedimento in tal senso sarebbe illegittimo e perciò stesso impugnabile. Si ricorda infatti che la chiusura temporanea delle istituzioni scolastiche e/o di plessi singoli appartenenti alle medesime è da considerarsi causa di forza maggiore e le assenze così determinate sono equiparabili a quelle conseguenti a provvedimenti di emergenza per esigenze straordinarie e indifferibili, trattandosi di una causa istituzionale, non imputabile ai docenti. Essendo il rapporto di lavoro del Comparto Scuola di natura civilistica e obbligazionaria tra le parti che lo sottoscrivono, il principio giuridico di riferimento è l´art. 1256 del Codice civile, laddove recita che: "L´obbligazione si estingue quando, per una causa non imputabile al debitore, la prestazione diventa impossibile. Se l´impossibilità è solo temporanea, il debitore, finché essa perdura, non è responsabile del ritardo dell´adempimento". Tali assenze non sono ricomprese in nessuna fattispecie di congedo prevista dalla normativa contrattuale e quindi non possono nemmeno essere oggetto di decurtazione economica o di recupero. Né vanno globalmente recuperati i giorni di lezione perduti per tali cause esterne (al pari di nevicate eccezionali, ordinanze dei sindaci, ecc.). L´anno scolastico resta valido anche se le cause di forza maggiore hanno determinato la discesa del totale sotto i 200 giorni di lezione previsti dall´art. 74 del D.Lgs. 297 del 16/04/1994. I dirigenti scolastici procedono spesso e volentieri a convocare consigli d´ istituto e/o collegi docenti per deliberare in merito al recupero dei giorni di chiusura della scuola per motivi di forza maggiore e, di conseguenza, per modificare le delibere relative alla durata dell´anno scolastico, ma, allo stato, dalla normativa vigente non risulta per tali casi alcun obbligo a provvedere in tal senso". La Gilda degli insegnanti invita tutti i docenti a segnalare comportamenti non in linea con quanto previsto dalle disposizioni in vigore, riservandosi di tutelare nelle sedi opportune i diritti di parte. |