Fondo d’istituto, trasparenza vs privacy:
vittoria della Gilda degli insegnanti di Treviso

È condotta antisindacale negare alla RSU
l´accesso all´elenco nominativo dei compensi erogati

 dalla Gilda degli Insegnanti, 2.2.2012

Si rifiuta di consegnare alla Rsu e al sindacato la documentazione che attesta i compensi liquidati ai docenti attingendo al fondo di istituto e viene condannato per condotta antisindacale. Protagonista della vicenda è un dirigente scolastico di Treviso citato in giudizio dalla Gilda degli Insegnanti.

Per giustificare il suo rifiuto a fornire i nominativi dei docenti e il relativo compenso per le funzioni e gli incarichi svolti, il dirigente scolastico ha invocato la legge sulla privacy, ignorando le indicazioni relative alla regolamentazione delle relazioni sindacali di istituto e disconoscendo la validità del contratto integrativo.

Motivazioni ritenute non valide dal giudice che ha emesso una sentenza con cui si chiariscono alcuni punti fondamentali, fra cui l´illegittimità di tirare in ballo la legge sulla privacy per impedire ai sindacati di ottenere informazioni che, invece, devono essere accessibili.

Inoltre la sentenza ribadisce che il contratto d´istituto è legge a tutti gli effetti e che, quindi, dirigente e dipendenti rispondono della violazione delle norme in esso stabilite.

Accogliendo il ricorso avanzato dalla Gilda, il giudice sottolinea l´importanza della trasparenza nella gestione, all´interno della pubblica amministrazione, sia dell´informazione che del denaro pubblico rappresentato, in questo caso, dal fondo d´istituto.

"Laddove viene a mancare la trasparenza infatti - commenta la Gilda - si genera un cono d´ombra in cui possono trovare spazio il clientelismo e un uso non equilibrato delle risorse.

Ecco perché, ancora una volta, ci siamo impegnati per difendere legalità e trasparenza, caratteristiche indispensabili in un ambiente di lavoro sereno quale dovrebbe essere per eccellenza quello educativo".


Roma, 2 febbraio 2012

 

Ufficio stampa
Gilda degli insegnanti