Gilda a Brunetta:
basta con accuse gratuite,
indaghi piuttosto sulle scuole private

dalla Gilda degli insegnanti, 20.5.2009

“Se il ministro Brunetta conosce casi specifici, farebbe bene a circostanziare le situazioni a cui si riferisce, piuttosto che lanciare accuse generiche, altrimenti la sua battaglia contro i cosiddetti fannulloni rischia di rivelarsi solo come un’operazione di propaganda e come una campagna di calunnie contro intere categorie”. Così il coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, Rino Di Meglio, commenta il provvedimento contenuto nel decreto legislativo sulla riforma della Pubblica amministrazione che prevede una sanzione penale, che può arrivare alla reclusione da uno a cinque anni, per i dipendenti pubblici che si assentano dal lavoro presentando un certificato medico falso.

“Se il ministro Brunetta ha davvero intenzione di combattere le illegalità nella pubblica amministrazione – afferma Di Meglio – lo invitiamo a intervenire per porre fine allo scandalo delle false certificazioni rilasciate dalle scuole private ai docenti precari che, per guadagnare punteggio nelle graduatorie e diventare finalmente di ruolo, accettano di prestare servizio a titolo gratuito”.

“Sono trascorsi quasi due mesi da quando inviammo una lettera al ministro della Pubblica istruzione e al direttore generale dell’Inps chiedendo di procedere a una verifica incrociata per accertare se ai docenti che hanno lavorato negli istituti paritari risultano i versamenti dei contributi e punire così le scuole che speculano sulla precarietà. Ma né da viale Trastevere né dall’Inps sono arrivati segnali in questa direzione. A questo punto – conclude Di Meglio – chiediamo anche l’intervento del ministro Brunetta che, in questo modo, potrebbe dimostrare, aldilà di provvedimenti dai toni propagandistici, di volere davvero risanare il settore della pubblica amministrazione”.

 

Roma, 20 maggio 2009

Ufficio stampa
Gilda degli Insegnanti