Sul contratto non si fa demagogia dalla Gilda degli Insegnanti, 22.1.2009 Un sindacato responsabile e serio non firma un contratto solo quando sa di poterne firmare uno migliore. Questo contratto noi lo abbiamo firmato perché oggi è, realisticamente, l'unico possibile. Chi lo contesta, infatti, non prospetta nessuna credibile alternativa, semplicemente perché non è in grado di farlo. Nell'attuale contesto la cui difficoltà è a tutti nota, non esistono margini per ottenere risorse aggiuntive: quelle disponibili, le abbiamo destinate interamente alla retribuzione tabellare, che incide su pensione e trattamento di fine servizio, respingendo improvvisati criteri meritocratici. • Non è vero che si è rinunciato alle economie della sequenza ATA: questo contratto, come altri in precedenza, garantisce "il loro integrale utilizzo nel prossimo CCNL". • Non è vero che sono diminuiti i fondi per la contrattazione di istituto: sono stati solo più equamente distribuiti per assicurarli a tutti i punti di erogazione del servizio. I sindacati firmatari del contratto conoscono bene lo stato di disagio e le attese dei lavoratori della scuola, anche perché ne rappresentano il 71%: la loro firma non è il cedimento a un ricatto, ma un atto doveroso e responsabile, per non esporli ad una condizione di minor tutela e maggiori rischi. E' sempre facile giocare ad alzare la posta, ma non è con un referendum bluff che si può ottenere un contratto migliore: un referendum così proposto assomiglia più a un atto di propaganda che a un gesto di democrazia.
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