Riduzione oraria e Collegi docenti.

Consiglio pratico.

dal Coordinatore della Gilda degli Insegnanti Belluno, Milena Zucco, 26.8.2008.

La riduzione dell’ora di lezione ha costituito per anni motivo di conflitti e contrasti.

Ricordiamo ancora una volta che deliberata dal Consiglio d’Istituto (fino a 50 min.) per motivi estranei alla didattica (trasporti, mensa ecc.) non comporta alcun obbligo di recupero da parte dei docenti (circ. 243/79 e circ. 192/80); operata invece per motivi diversi dai precedenti e deliberata dal Collegio Docenti “comporta il recupero nell’ambito delle attività didattiche programmate dall’istituzione scolastica” (CCNL 2007, art. 28, comma 7 e 8).

La seconda opzione è stata fortemente sollecitata in questi ultimi anni dai dirigenti, che hanno inteso con ciò aumentare (grazie ai residui orari dei docenti) l’offerta della scuola con maggiore soddisfazione della cosiddetta utenza. Di fatto la riduzione operata dai Collegi ha permesso di cacciare dentro la scuola di tutto e di più e si è dimostrata il cavallo di Troia che ha contribuito a far passare quella visione ludico-assistenzialistica della scuola che fa crollare la preparazione dei nostri studenti.

Essa costituisce una scelta che ci danneggia sul piano professionale in quanto sottrae spazio all’insegnamento disciplinare e impoverisce quindi la funzione della docenza.

La prassi corretta perché i docenti non abbiano problemi con la riduzione oraria è che il Collegio Docenti eviti di deliberare sulla questione. Se è stato messo all’ordine del giorno qualcosa al riguardo, quando si tratta l’argomento si consiglia che un insegnante (o un gruppo di insegnanti) in Collegio dei docenti si alzi e presenti la seguente PREGIUDIZIALE su quel determinato punto all’OdG, chiedendo che il Collegio Docenti la esamini e la voti.

«Il Collegio dei Docenti decide di non deliberare sul punto N. …. all’OdG, in quanto, non essendo attinente al POF e alla relativa programmazione didattico-educativa, la fissazione della durata oraria rientra nella competenza del Consiglio d’Istituto e non di questo Collegio».

Naturalmente si presuppone che i colleghi siano informati e che poi votino convenientemente cioè votino di non deliberare.

È l’unico modo per non farsi coinvolgere in strane alchimie, per cavarsela in caso di contenziosi e soprattutto per non essere costretti a recuperare.


Feltre, 26 agosto 2008

Il Coordinatore
della Gilda degli Insegnanti Belluno
Milena Zucco