Secondo i confederali, i docenti non sono degni di avere un'area di
contrattazione separata.
dal Coordinatore provinciale della Gilda di
Pisa, Maurizio Berni, 7 marzo 2007.
A 14 mesi dalla scadenza
dell'ultimo contratto, i confederali con una
lettera del 14 febbraio
scorso, presentano le prime esplicite richieste contrattuali. Potete
confrontarle con la
nostra piattaforma.
Balza subito all'occhio
l'affermazione "Vale la pena, preliminarmente, di richiamare il fatto
che la composizione del comparto scuola è ormai consolidata da tempo";
in altri termini, niente area separata di contrattazione per i
docenti. Evidentemente, quando si trattò di separare l'area
contrattuale dei presidi, grazie alla nuova etichetta di "dirigenti",
la "composizione del comparto scuola" non fu considerata altrettanto
"consolidata". C'è forse una categoria forte che si fa più strada
delle altre all'interno del sindacalismo confederale?
I sindacati confederali attuano ancora una volta due pesi e due
misure. Con questo ennesimo rifiuto di un riconoscimento moralmente
dovuto alla categoria dei docenti, i Confederali la feriscono con
un'ulteriore mortificazione.
Con altri invece si danno molto da fare.
Qui non si tratta di 'volere' o 'non volere' l'area contrattuale
separata, così come non si può 'volere' o 'non volere' la libertà
d'insegnamento; ci sono cose che, nel quadro giuridico attuale, sono
connaturate con una specifica funzione, che non sono negoziabili.
Infatti la separazione delle aree contrattuali "per le figure
professionali che, in posizione di elevata responsabilità, svolgono
compiti (...) tecnico-scientifici e di ricerca" non è un'invenzione
della Gilda degli Insegnanti, ma una norma di legge (il
D. L.vo
165/01, art. 40 comma 3). Si tratta solo di decidere se il docente
nella scuola dell'Autonomia è o non è da considerarsi una figura
professionale di elevata professionalità, che svolge compiti
tecnico-scientifici e di ricerca.
Capite, colleghi, qual è la reputazione che hanno dei docenti coloro
che negano loro l'applicazione di questa norma?
Eppure il principio è stato peraltro ribadito dalla
sentenza della
Corte costituzionale n. 322 del 2005, laddove afferma che
“…l’appartenenza di tutte le categorie di personale (...)
all’amministrazione scolastica non è sufficiente a superare le
profonde differenze esistenti nei profili professionali del personale
docente, da una parte, e di quello amministrativo, tecnico ed
ausiliario, nonché di quello dirigente dall’altro”; e ancora: “…va
osservato che le indicate tipologie di personale versano in una
situazione di stato giuridico che non ne consente l'assimilazione in
una unica categoria, con la conseguenza che non è irragionevole la
previsione di una diversa disciplina in materia.”
Il semplice richiedere, ormai da quasi vent'anni, questo semplice
riconoscimento, ora più che mai dovuto nella scuola dell'Autonomia, ci
fa guadagnare l'appellativo di "corporativi". Che cosa si dovrebbe
dire allora di quegli stessi sindacati, evidentemente "non
corporativi", che hanno ammesso la contrattazione separata ad altre
categorie, come medici, giornalisti, burocrati, e, nella scuola, ai
presidi, e che lottano per separare aree contrattuali di figure
amministrative (come i cosiddetti EP - Elevata Professionalità, nelle
amministrazioni universitarie)?
Evidentemente tali sindacati non contestano il principio della
separazione delle aree contrattuali, contestano solo la sua
applicabilità al personale docente della scuola.
Colleghi, non vi lasciate umiliare dai sindacati confederali,
pretendete il riconoscimento della vostra professionalità; richiedete
l'area separata in quelle sedi democratiche dei vostri sindacati di
riferimento, nelle quali vengono decise le piattaforme contattuali,
non lasciate che altri decidano per voi!
Pisa, 7
marzo 2007
Il
Coordinatore provinciale della Gilda di Pisa
Maurizio Berni.