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          contro la modifica delle regole.
          
          Ester Trevisan dall'Ufficio stampa della 
          Gilda degli Insegnanti, 23 luglio 2007
           
          
          Una diffida all’Aran che 
          verrà notificata oggi. Comincia così la battaglia della Confederazione 
          Cgu e della Federazione Gilda Unams contro la procedura intrapresa 
          dall’Agenzia per la modifica del Contratto quadro del 1998 che 
          stabilisce le regole di rappresentatività sindacale. 
          
          Mancanza dell’atto di indirizzo governativo previsto dal decreto 
          legislativo 165/2001, obbligatorio per avviare ogni procedura 
          negoziale, ed eventuale modifica della distribuzione delle prerogative 
          sindacali, tra cui contrattazione, distacchi, permessi, assemblee nei 
          luoghi di lavoro: questi alcuni dei motivi alla base dell’azione 
          legale attivata dalla Gilda. 
          
          Già nei giorni scorsi il coordinatore nazionale della Gilda degli 
          Insegnanti, Rino Di Meglio, aveva lanciato l’allarme su quello che si 
          configura come un vero e proprio attentato alla libertà sindacale, 
          ricordando che la federazione Gilda Unams, presente da venti anni nel 
          mondo della scuola, ha sempre abbondantemente superato, tra numero di 
          iscritti e voti ottenuti alle elezioni delle Rsu, la soglia del 5% 
          necessaria per la partecipazione alla contrattazione nazionale.
          
          “La modifica che l’Aran intende apportare al contratto – dichiara Di 
          Meglio – rappresenta un tentativo di cambiare le regole del gioco e di 
          fare fuori la Gilda a tavolino. Se la manovra passasse, avrebbe 
          effetti anche retroattivi: se le iscrizioni non sono tutte intestate 
          direttamente alla sigla sindacale che ha concorso alle Rsu – spiega il 
          coordinatore nazionale – non valgono più nulla. Così gli iscritti 
          della Federazione Gilda Unams passano da 47.000 a zero, la Gilda e i 
          suoi alleati perdono la rappresentatività voluta da 60.000 elettori, e 
          i confederali si spartiscono le “spoglie”, cioè distacchi e permessi 
          che prima spettavano alla Gilda. La conseguenza paradossale di tutto 
          ciò – conclude il leader sindacale – è che chi ha perso le elezioni 
          aumenta lo stesso il proprio esercito di burocrati sindacali, a 
          discapito di quanto è stato decretato da libere e democratiche 
          consultazioni elettorali. Se il Governo non interverrà subito, un 
          accordo scellerato tra Cgil, Cisl, Uil e Aran determinerà la 
          costituzione di un monopolio sindacale”.
          
          
          
          
          
          Roma, 23 luglio 2007
 
          
          Ufficio stampa 
          Gilda Insegnanti
          Ester Trevisan