Roma, 12 ottobre 2006

Al Presidente della VII Commissione Permanente
(Cultura, Scienza e Istruzione)
On. Pietro Folena

Documento di analisi del ddl “Finanziaria 2007”
(artt. 65-68), esposto dalla delegazione della Federazione Gilda-Unams.

Audizione del 12.10.2006

dalla Gilda degli Insegnanti, 13 ottobre 2006.

 

In merito alla manovra finanziaria 2007, la Gilda degli Insegnanti rileva preliminarmente che, in ambito scolastico, non si può che registrare l’assenza di risorse aggiuntive per la Scuola e per gli Insegnanti. Le pur lodevoli intenzioni di coniugare una revisione delle voci di spesa con una destinazione legata al miglior funzionamento delle istituzioni scolastiche e dell’intero sistema scolastico nazionale, sono poi smentite dalla stessa esiguità delle risorse reinvestite. In  definitiva, risaltano maggiormente i consistenti tagli sugli organici che non gli investimenti.

Ciò nonostante non si può non esprimere apprezzamento nel vedere accolte alcune delle richieste della Federazione:

  • l’azzeramento del doppio punteggio per il servizio degli insegnanti precari svolto in scuole di montagna, dall’a.s. 2007/2008, fermo restando il riconoscimento del pregresso;

  • la delegificazione delle norme concernenti le tabelle di valutazione dei titoli e dei servizi per l’accesso alle graduatorie permanenti;

  • la precisa, e si auspica concreta, volontà di cancellare il fenomeno del precariato nella scuola;

  • il richiamo conseguente al rispetto di procedure concorsuali a scadenze fisse per la copertura del fabbisogno di personale nelle scuole;

  • l’innalzamento dell’obbligo scolastico;

  • una specifica attenzione per l’edilizia scolastica.

Restano  invece quantomeno dei dubbi sull’efficacia di certe scelte:

  • eliminazione delle graduatorie permanenti dal 2010 (data alla quale sicuramente non si potrebbe rispettare il dichiarato intento di riconoscere alle professionalità già formate di vedere stabilizzato il loro rapporto di lavoro).

  • assenza di garanzie per i docenti di strumento musicale già immessi in ruolo tra il 2002  e il 2005 (vedi nota tecnica allegata, punto 1);

  • per le 150.000 immissioni in ruolo in tre anni, ci troviamo di fronte ad un solenne impegno politico, ma non vi è alcuna definizione dei contingenti, neppure di quello previsto per il 2007;

  • equivoco riferimento all’istituzione delle cosiddette “classi primavera”: se da un lato si apprezza l’esplicita abrogazione degli anticipi nella scuola dell’infanzia, dall’altro il testo del ddl non pare cogliere la specificità di questo settore della scuola italiana e, in modo preoccupante, fa riferimento ad un non meglio precisato “progetto nazionale di innovazione ordinamentale”.

Del tutto dissenzienti ci vedono invece le seguenti scelte:

  • incremento dello 0,4% del parametro del rapporto alunni/classi e dei conseguenti tagli di organico (calcolabili in oltre 20.000 posti di organico) in stridente contrasto con la dichiarata intenzione di abbassare il numero delle ripetenze attraverso l’individualizzazione dell’insegnamento;

  • abolizione dei docenti specialisti di inglese nella scuola primaria (la metodologia della formazione a distanza, in particolare per l’insegnamento di discipline che richiedono una attività formativa in presenza, è contraria al normale buon senso; riesce difficile, inoltre, comprendere quale possa essere il reale risparmio, considerato che ad un certo numero di ore di insegnamento deve comunque corrispondere un adeguato numero di docenti, specialisti o specializzati che siano);

  • tagli agli organici (che poi non è che la sintesi dei due precedenti punti, cui si aggiunge quello dei docenti di sostegno);

  • irrisorietà delle somme (220 milioni di euro) per innalzamento obbligo scolastico (art. 68, comma 1), abbattimento barriere architettoniche e adeguamento strutture alle vigenti disposizioni in tema di sicurezza e igiene del lavoro (comma 4), ampliamento offerta formativa e piena fruizione degli ambienti e delle attrezzature scolastiche (comma 5), parziale gratuità libri di testo estesa agli studenti del 1° e 2° anno dell’istruzione secondaria superiore (comma 6), servizi educativi per bambini al di sotto dei tre anni (comma 7) e innovazione tecnologica (comma 10).

A fronte dei suddetti 220 milioni stanziati per le oltre 10.000 scuole pubbliche statali, l’ulteriore stanziamento di 100 milioni di euro per le scuole paritarie sembra francamente eccessivo, nonostante la più che opportuna precisazione della priorità di destinazione attribuita alle scuole dell’infanzia. Avremmo preferito che la destinazione fosse stata finalizzata esclusivamente, e non “prioritariamente”, come si dice nel ddl, alla scuola paritaria dell’infanzia, alla luce di una realistica e responsabile presa d’atto dell’insufficienza delle strutture dello Stato per questo settore della scuola italiana.

Si richiede pertanto:

  • un segnale di attenzione collettiva verso la scuola, consentendo al contribuente italiano la possibilità di devolvere l’8 per mille alla scuola pubblica statale;

  • l’abolizione della clausola di salvaguardia contenuta nell’art. 67 del ddl;

  • lo spostamento del termine fissato all’anno scolastico 2010-11 dell’abolizione delle graduatorie provinciali permanenti, in quanto tale termine non è né realistico né coerente con l’intenzione di salvaguardare tutte le professionalità già formate;

  • la modifica del termine del 2 maggio 2005 per l’inserimento a pieno titolo nelle graduatorie provinciali dei docenti di strumento musicale nelle graduatorie permanenti della propria classe di concorso facendo coincidere tale termine con la conclusione dell’anno scolastico 2004-05 (vedi nota tecnica allegata, punto 2).


Roma, 13 ottobre 2006
 

Ufficio Stampa Gilda