Intervista esclusiva della Gilda degli Insegnanti
«Ridare dignità alla
funzione sociale dei docenti, pilastro della democrazia» di Renza Bertuzzi, dal sito nazionale della Gilda degli Insegnanti, 19/7/2006
1) Signor Ministro, cominciamo da tutor e portfolio. Da subito, la Gilda degli Insegnanti aveva sostenuto l’inapplicabilità della nuova figura docente, in assenza della necessaria contrattazione. Come si concluderà la partita?
Per quanto riguarda il
tutor l’Aran e i sindacati hanno raggiunto un accordo per la
disapplicazione. Questo non significa abrogare ma prendere atto
dell’impossibilità dell’attuazione. La figura del tutor era stata
infatti introdotta senza alcun confronto con le parti sociali per cui
la mancata applicazione è connessa all’obbligatorietà della
negoziazione prevista dal contratto in fatto di organizzazione del
lavoro. Sono state dunque ripristinate le regole per consentire alla
scuola certezze e stabilità e per ricondurre l’organizzazione
dell’attività educativa e didattica all’autonomia e alla
responsabilità delle istituzioni scolastiche.
Il lavoro di docente
deve tornare ad essere attraente. Il loro ruolo è stato sminuito nel
corso degli anni ed è mia ferma intenzione ridare dignità alla loro
funzione sociale. Agli insegnati affidiamo ogni giorno i nostri figli,
e dobbiamo metterli nelle condizioni di svolgere al meglio il loro
prezioso lavoro. Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano,
ha riassunto in modo inequivocabile il ruolo e la funzione degli
insegnanti affermando che “sono una componente vitale della nostra
società, sono un pilastro della nostra democrazia”. I docenti svolgono
una funzione fondamentale per il nostro Paese: educano le future
generazioni e assicurano loro i saperi fondamentali. Sono l’anello di
congiunzione tra il presente e il futuro della classe dirigente e
lavorativa italiana. Per migliorare l’insegnamento e l’apprendimento ho emanato un decreto sugli organici della scuola che si basa su una logica non restrittiva ma di sviluppo qualitativo del sistema educativo. Ho inoltre già assicurato l’inserimento, fin dal 1 settembre, di altri 20.000 insegnanti precari e altre 3.500 unità di personale amministrativo tecnico ed ausiliario rispetto a quelli già autorizzati. Nei prossimi tre anni decine di migliaia di docenti andranno in pensione, ed è in fase di studio un piano che possa permettere il reclutamento del maggior numero possibile di insegnanti per sostituirli.
Abbiamo ereditato
un deficit che pesa come un macigno sulle famiglie e che ci ha fatto
perdere credibilità in Europa. Dovremo saper colmare il deficit
garantendo equità e giustizia sociale.
Nelle mie
reminiscenze latine c’è un detto: “Spero, promitto e juro reggono
l’infinito futuro”. Quanto al presente, negli incontri concertativi
che ci attendono, avremo anche modo di valutare ciò che è più utile e
produttivo per la categoria degli insegnati anche in fatto di
contrattazione.
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