Intervista ad Andrea Ranieri.

Sapere e comunità educante :

così sfidiamo il futuro.

di Renza Bertuzzi, 8/2/2006

 

Durante l’incontro/dibattito con Andrea Ranieri, responsabile dell’ Università e della scuola per i DS, dell’ 8 Febbraio a Roma, organizzato dal CCS della Gilda, abbiamo posto al professor Ranieri alcune domande.

 

1) Realtà nuova – e quella che stiamo vivendo lo è in maniera esponenziale- ha bisogno di nuovi paradigmi. Quali, per esempio?

Non c’ è dubbio che la nostra realtà, sempre più diversificata e contraddittoria, si riveli irriducibile alle diverse razionalità con cui ci si era provati ad ordinare il mondo. La globalizzazione ha imposto un salto epocale, e quindi un nuovo paradigma, che si colloca nell’ idea del “sapere” , motore fondamentale della nuova fase di sviluppo.

 

2)  La scuola come si colloca in questo paradigma?

Penso alla scuola come ad una “ comunità educante”, una comunità aperta all’ accoglienza, consapevole di non essere più l’ unica agenzia educativa Per questo dovrà proporsi come nodo centrale di una rete che dovrà attivare tutte le opportunità formative messe a disposizione dal territorio, dalle associazioni di volontariato a quelle sportive, ricreative, culturali, alla stesse formazione professionale.

 

3) In tutto questo, non c’è il rischio di una perdita di autonomia della scuola, di un eccesso di dipendenza dalle istanze del territorio?

No, il territorio farà le sue richieste alla scuola e la scuola vaglierà, valuterà , sceglierà e darà le sue risposte.

 

4) E i docenti come si collocano in questa nuova idea di scuola?

Nella comunità educante, la professionalità docente è posta al centro.
Infatti, è assolutamente fondamentale , in un contesto in cui le informazioni invadono l’ attenzione, proporre griglie di lettura dei fatti, suggerire pareri critici. Nel surplus di informazione, la scuola è la sede in cui si organizzano i saperi nel territorio.
 

(A cura di Renza Bertuzzi)
 

8 febbraio 2006