Il vicario del
Dirigente
ovvero Cavalier servente.
(ma cavaliere, non più soldato semplice)
di F. B. dalla Gilda di Venezia, 15/3/2005
Il Consiglio Nazionale dell'Anp ha approvato
all'unanimità un
importante documento politico sui collaboratori vicari. Esso
rappresenta un vero e proprio manifesto politico, in cui sono
riassunte le principali posizioni espresse dall'Anp (e non solo)
riguardo al problema del collaboratore vicario.
Questi i punti più importanti:
-
«. . .
fermo restando il carattere fiduciario dell’incarico, non vi
sono ragioni perché esso venga formalizzato daccapo ogni anno».
Ovvero, non solo
è ribadita l'esclusione del Collegio dei docenti da qualsiasi tipo di
decisione a riguardo, ma è anche inutile la nomina annuale.
Insomma l'incarico deve essere «conferito,
anche tacitamente, per la stessa durata dell’incarico conferito al
dirigente».
-
l'incarico deve essere accompagnato in «tutti
i casi all’esonero dall’inse-gnamento».
Dunque: un insegnante esonerato per più anni dall'insegnamento
nominato dal DS da cui solo dipende.
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«In
una prospettiva più ampia, che abbraccia tutta la questione della
carriera docente, si ritiene indispensabile pervenire
all’individuazione di un apposito livello,
sovraordinato
rispetto agli altri da prevedere, in cui collocare i vicari, con la
contestuale istituzione della qualifica di vice-dirigente».
Dunque, sergente maggiore o caporale che chiamar si voglia, si tratta
di un vice-dirigente. Promosso sul campo
Di questo ha oggi bisogno la scuola?
E' davvero necessario consolidare il potere dei
Dirigenti scolastici (finora in prima linea nell'applicazione della
Riforma Moratti e sempre più spesso in conflitto con la volontà del
Collegio dei Docenti)?
Non è piuttosto necessario individuare un interlocutore terzo
in grado di fermare i DS stessi qualora manifestino palese incapacità
se non violazione delle norme contrattuali?
E' anche per loro che la scuola è chiamata a
scioperare il 18 marzo?
F. B.
Gilda Venezia