Comunicato stampa ADPM sulla riforma Moratti.

da Lucia Iorio dall'ADPM 16/5/2005

 

L'introduzione della Legge 53/03 per la riforma ha portato grandi e drammatici sconvolgimenti nella scuola pubblica. Partita in modo sperimentale sulla scuola primaria e nella scuola secondaria di primo grado, ha già creato notevoli problemi che possono essere sintetizzati  come segue  anche  a causa dei notevoli tagli che il Ministero, in concomitanza con l'avvio della suddetta riforma, ha effettuato:

- i tagli agli organici  comportano organizzazione modulare con tempo di 40 ore (27+3+10), quindi il Ministero "promette" orario da tempo pieno (a Milano il 90% lo sceglie)  ma di fatto non lo è perché i due docenti per classe non sono più garantiti;

- i tagli sul personale di sostegno e sui facilitatori per gli stranieri (il Corriere ha pubblicato un articolo in merito all’argomento  la scorsa settimana sulla pagina di Milano);

- la dotazione e l'approvazione del portfolio hanno creato altri problemi. Molte scuole lo stanno elaborando anche confrontandosi con materne e medie; stenderlo e approvarlo non costa nulla, il problema è se legalmente deve essere attuato vista la mancanza del tutor. Secondo noi, infatti e purtroppo, tutto ruota attorno a questa nuova figura che piaccia o no. Finché non ci sarà una decisa risoluzione sindacale che stabilisca compenso e orario la situazione rimarrà molto incerta;

- non dimentichiamo infine  i programmi: in quinta, per esempio, bisogna   svolgere l'era antica italiana (popoli italici, etruschi, romani ) perché alle medie inizieranno dal monachesimo! Notare bene che l'anno scorso gli alunni erano arrivati a Colombo! Se le indicazioni nazionali vengono applicate nei primi due anni di primaria e al primo anno delle medie,  in quinta elementare quale periodo storico/argomento verrà trattato? Non esiste quindi raccordo tra i due ordinamenti;

- per quanto riguarda i  nuovi libri:  per i primi tre anni della primaria riportano tutti il portfolio (libretto di esercizi e unità didattica dove il bambino deve autovalutarsi confrontandosi con la valutazione del docente...), crediamo davvero che un alunno a  5 anni e mezzo sia capace di autovalutarsi? !!! E che dire dell''informatica? I programmi sono veramente ridicoli perché semplificati e ridotti. Di conseguenza i colleghi della primaria si  troviamo dunque senza tutor, con le 40 ore, con i tagli al personale, anche per il sostegno, sta venendo meno lo specialista della lingua straniera e il facilitatore, hanno programmi sfalsati  tra gli ordini di scuola e programmi dimezzati. Sarà la fase di passaggio?  MAH?! Comunque regna  fra tutti coloro che operano nella scuola un generale malcontento e si ha la netta sensazione che ciò che c'era di buono nella scuola pubblica sia andato distrutto.

Ma il peggio deve ancora venire. Che dire infatti delle continue bozze sulla scuola secondaria che da alcuni mesi sono pubblicate in via ufficiosa dal MIUR?

Ne sono uscite ben 9 o 10 con aggiustamenti e ripensamenti. Ma tutte seguono lo stesso spirito: tagli alle ore curriculari e introduzione di ore facoltative e opzionali.

I percorsi liceali presentati nel le bozze suscitano profonde perplessità e ci chiediamo quale scuola superiore stia elaborando il MIUR. Di certo una scuola che formerà molto poco gli studenti a causa del taglio delle ore, infatti , a parte alcune discipline che sono state "ritoccate" (come l'educazione fisica che è tornata a 2 ore settimanale in tutti gli indirizzi) e la Filosofia, che è stata inserita dappertutto anche in alcuni indirizzi sulla cui compatibilità ci sarebbe da discutere, il resto è stato quasi del tutto dimensionato.

 

Partiamo dalle materie umanistiche, che a nostro giudizio rappresentano il patrimonio culturale del nostro Paese: Italiano e Storia scisse in alcuni percorsi, non è chiaro affatto come si sia regolato il Ministero nel fare questa divisione. L'insegnante di Italiano non insegnerà più storia o viceversa? Ci sembra molto grave questa divisione, le discipline devono continuare ad essere accorpate per unitarietà di insegnamento. E che dire del Latino? Ridimensionato vistosamente nel Liceo scientifico, ridotto nel triennio a solo 2 ore. Si insegnerà forse solo civiltà latina? A causa del ridimensionamento previsto già nel biennio, gli studenti non riusciranno a tradurre più un rigo di autori classici. Meno male che si parla di percorsi liceali! E poi, tanto per non smentirsi, la disciplina viene del tutto eliminata nell'ultimo anno. Crediamo che la materia non avrà più alcuna valenza formativa fatta in questo modo.

Addirittura non sarà più obbligatorio dal triennio del Liceo Linguistico, lasciato come materia a scelta. Ma non si è sempre pensato che lo studio della lingua latina potesse essere di ausilio alla conoscenza della lingua italiana e quindi delle lingue straniere? Forse non è così, evidentemente  i legislatori precedenti si sono sbagliati. Sicuramente gli studenti impareranno di più e meglio senza l'ausilio del Latino! Sapranno sicuramente corretto lessico e le strutture grammaticali, sapranno sicuramente parlare e scrivere in modo adeguato e sapranno usare il linguaggio specifico.

 

Ma passiamo alla lingua Inglese, cavallo di battaglia del Ministro Moratti.

Lo studio di una lingua moderna diversa dalla lingua madre è abbastanza complesso e si coniuga con un numero adeguato di ore di studio e di pratica. Comunicare in una lingua straniera richiede non solo competenze grammaticali e lessicali ma necessita di attività di ascolto e di speaking, la conoscenza di una società e delle sua lingua deve essere supportata, come avviene nel sistema scolastico attuale, anche  dallo studio della letteratura o della microlingua specifica ad ogni indirizzo di studi. Sia lo studio della letteratura sia quello della microlingua sono fondamentali nella preparazione degli alunni, il primo perché spesso aiuta a capire l’evoluzione della cultura  del paese stesso la seconda perché è la base per capire i testi di letteratura tecnica che ormai sono diventati indispensabili nella formazione di periti ed ingegneri. A questo proposito è necessario fare un passo indietro e soffermarci sulla riforma della scuola media. In base alla nostra esperienza, possiamo affermare che spesso il livello acquisito dagli studenti della scuola media già prima della riforma risultava inadeguato alle competenze richieste dalla scuola superiore, ed è assurdo pensare che le ore inserite nel curriculum della scuola elementare siano in grado di  sostituire quelle eliminate dal quadro orario della scuola media (a questo proposito ci permettiamo di sottolineare che anche l’insegnamento della lingua inglese nel corso della scuola primaria dovrebbe essere portato avanti da laureati in lingue e non da laureati in altre discipline formati da un corso di poche ore, soprattutto considerando quanto sia importante l’apprendimento in questa fascia d’età; ci risulta difficile capire, infatti, come sia possibile che un laureato in lingua inglese non possa insegnare alle elementari a meno che non sia in possesso del diploma magistrale o equivalente, mentre il contrario sia non solo possibile ma  anche incoraggiato). Le ore dedicate allo studio della lingua nella scuola superiore (attualmente 3 settimanali) sono appena sufficienti a permetterci di proporre il congruo numero di verifiche scritte e orali richieste, anche perché spesso ci troviamo di fronte a classi con un elevato numero di alunni. Riteniamo assolutamente impossibile riuscire a far raggiungere un livello di competenza e abilità adeguato in sole due ore settimanali, così come indicato dal Common European Framework.

 

Per quanto riguarda le scienze sperimentali  è da sottolineare la totale disapprovazione per

·         la netta divisione dei due canali: uno, quello della Formazione Professionale, fortemente incentrato sull’addestramento ed uno, quello dei Licei, propedeutico all’Università e fortemente incentrato sull’acquisizione di conoscenze teoriche. Questa impostazione rende, di fatto, impossibile il passaggio in entrambi i sensi tra i due canali.

·         la penalizzazione delle discipline dell’area scientifica sia come quadro orario sia, soprattutto, per la carenza dell’aspetto sperimentale, in particolare nel Liceo Scientifico.

·         la carente formazione scientifica di base negli indirizzi “non scientifici”

Si propone:

·         Di ampliare il quadro orario delle discipline scientifiche sperimentali in tutti i percorsi liceali e in particolare

-    attribuire alla CHIMICA uno spazio autonomo, riconoscendole così finalmente, una dignità culturale indipendente dalle altre scienze sperimentali, in tutti i corsi del Secondo Ciclo.

-    Integrare teoria e pratica , perché l’Insegnamento/apprendimento della CHIMICA, a qualsiasi livello e in qualsiasi indirizzo, compreso quello classico, non può essere disgiunto dall’attività di laboratorio con la compresenza di due figure complementari nella funzione docente.

-    Mantenere gli insegnamenti di Chimica già esistenti nei corsi per ragionieri, geometri e al Liceo Artistico, anche nei corrispondenti futuri Licei.

-    Considerare, come modello per l’insegnamento delle discipline scientifiche, l’attuale triennio del Liceo Scientifico Tecnologico, dove le scienze sperimentali sono sviluppate singolarmente ed insegnate da docenti con specifica professionalità.

·         Garantire una “terminalità professionale” agli studenti dei Licei Tecnologici attraverso l’istituzione di corsi IFTS (annuali e/o biennali) da svolgersi solo negli attuali ITIS, in modo da rilasciare “diplomi di formazione superiore” in alternativa ai corsi di laurea triennali

 

Per quanto riguarda il Diritto ed economia è da un lato un insegnamento tecnico teso a formare, principalmente nelle ragionerie e nei professionali per il commercio, un ceto impiegatizio con competenze medie, dall'altro lato è un insegnamento educativo, teso a fornire al cittadino una minima formazione necessaria a comprendere gli avvenimenti di attualità e così formarsi un'opinione.

La politica non si può infatti capire se non si possiedono semplici elementi di conoscenza, anche solamente terminologica, riguardanti il diritto pubblico e la macroeconomia.

La cronaca non si può approfondire se non si conoscono i principali meccanismi giudiziari e i fondamentali diritti dell'uomo.

La politica internazionale ha propri meccanismi giuridici che devono essere compresi se si vogliono giudicare i comportamenti degli stati.

La stessa cosa si può dire per quel che riguarda il commercio internazionale.

Nella nostra società complessa non si capiscono fino in fondo gli eventi raccontati dai giornali se non si hanno i minimi strumenti del diritto e dell'economia.

La riduzione di orario subita da questa materia è quindi particolarmente grave, in quanto è l'unica disciplina scolastica tesa a dare al cittadino gli strumenti necessari ad avere un'opinione originale e consapevole sulla vita pubblica.

Lo studio delle altre discipline (e principalmente della storia) consente infatti di formarsi un'opinione politica generale, ma solo lo studio del diritto e dell'economia consente di formarsi un giudizio concreto sui fatti, indipendentemente dalle ideologie.

 

In conclusione vorremmo sottolineare un altro aspetto della proposta di riforma che ci ha profondamente colpito: si dice che la riduzione di orario prevista in ogni ordine di scuola sia necessaria per permettere agli studenti dei tempi di “riflessione ed approfondimento personale”. Vorremmo far notare che chiunque lavori nella scuola sa perfettamente che spesso il tempo passato a scuola è l’unico momento in cui gli alunni si relazionano con le materie oggetto di studio, ci sembra estremamente utopico pensare che, soprattutto nel mondo attuale, dove gli stimoli relativi al tempo libero sono sempre più variegati, gli alunni possano, per scelta, dedicare parte del loro tempo libero appunto ad approfondire. La riduzione delle ore prevista dalla proposta di riforma avrà come conseguenza soltanto l’impoverimento culturale delle nuove generazioni che, senza una preparazione adeguata, non saranno in grado di scegliere consapevolmente il loro futuro. A meno che questo non sia in realtà l’obiettivo della riforma.

 

 

ASSOCIAZIONE DOCENTI PRECARI MILANO E PROVINCIA

Lucia Iorio