Comunicato Stampa CIPAN.

 

dal Direttivo CIP nazionale del 29/1/2005

 

Lo scorso 26 gennaio una delegazione del CIP nazionale ha incontrato a Palazzo Madama i senatori Giuseppe Valditara e Mariano Delogu, capogruppo di AN in VII commissione cultura del senato. Al senatore è stata richiesta l’illustrazione della proposta in materia di immissioni in ruolo dei docenti precari. L’on Valditara ha esposto le linee della proposta che attende ancora di essere tramutata in articolato di legge. Lo sarà entro febbraio, a conclusione del giro di consultazioni avviato con le OO. di categoria e sindacali. Il sen. Valditara ha ribadito il programma delle 90.000 assunzioni a T.I. nel breve periodo e la stabilizzazione di altri 200.000 precari nei prossimi 10 anni. La condizione è quella del congelamento della ricostruzione di carriera, ovvero la dilazione circoscritta a cinque anni, onde far decadere le attuali pregiudiziali economiche poste dal MIUR e ministero dell’economia. A tale riguardo il senatore ha ribadito le cifre esposte di recente dall’Aprea, aggiungendo quelle di fonte SNALS che ammontano a 200 milioni di euro per i soli scatti di anzianità. Questi sarebbero comunque garantiti ai neo assunti entro il terzo anno, per il primo, e via di seguito.

Alla richiesta di sostenere la proposta, peraltro già a suo dire condivisa da SNALS, Gilda e UIL, abbiamo risposto che ci riserviamo di valutarla nel merito solo allorquando si formalizzerà per iscritto e saranno chiariti il se, il come, il quando ed a quali condizioni s’intende realizzare la normalizzazione di questa anomalia tutta italiana.

I rappresentanti del CIP hanno confutato la tesi secondo la quale le immissioni in ruolo procuri aggravi di spesa nel breve e medio periodo; a tale riguardo abbiamo chiarito che:

· la ricostruzione di carriera, per sua stessa natura burocratica, non avviene mai prima dei 6-10 anni;

· i costi da ciò derivanti per i precari che subentreranno ai docenti in servizio non possono comunque essere maggiori delle spettanze attualmente corrisposti a coloro che si pensioneranno;

· i precari che verranno collocati in servizio, benché anziani d’età, o non hanno alcuna anzianità di servizio (vedi quota del 50% derivante dalle GM) o lo ha maturato nelle scuole private. La quota residuale dei colleghi che hanno insegnato nella suola statale ha cumulato al più uno scatto di anzianità per un controvalore di circa 2.000 € annue procapite.

 

I rappresentanti del CIP hanno anche ribadito che le immissioni in ruolo sono, per i precari, un diritto e per lo stato un vantaggio, la cui ricaduta immediata è sulla stabilizzazione del personale, sul decongestionamento degli uffici amministrativi, sulla continuità didattica ed il conseguente miglioramento del servizio offerto dalla scuola statale. Da ciò deriverebbe un non trascurabile ritorno elettorale che conviene fruttare offrendo vantaggi concreti e riscuotendo consensi reali. Quelli derivante dalla salvaguardia dei diritti legittimi dei lavoratori e dal rispetto delle aspettative dell’utenza scolastica. Tutto ciò potrebbe essere colto sin dalla prossima tornata elettorale nazionale a condizione che si faccia presto e bene. Pertanto, sulla scorta delle motivazioni addotte dal Cip e della contrazione della spesa, sarebbe opportuno che il provvedimento di immissione in ruolo avesse attuazione a decorrere dal 1° settembre 2005 in ottemperanza anche alla legge 143/04.

I partecipanti all’incontro, in conclusione, hanno sostenuto la necessità di un prossimo incontro nel quale valutare l’articolato di legge e discutere gli aspetti tecnici ad esso connesso. Anche se il CIP ha sospeso ogni giudizio in mancanza di atti concreti da valutare, non può che apprezzare la franchezza e la cordialità dell’incontro.

Direttivo CIP nazionale