la Condizione degli insegnanti precari è indescrivibile Solo chi la prova, sa cosa si prova e soprattutto come ci si sente .
dal coordinatore della Gilda di Napoli, Libero Tassellala, 21/9/2004
Solo chi la prova, sa cosa si prova e soprattutto come ci si sente . In una parola: una schifezza !!!! E’ frustrante, demoralizzante , avvilente dover fare continuamente i conti con graduatorie sbagliate, cattedre fantasma in un clima di anarchia, confusione, totale assenza di certezze… La vita dei precari: una corsa ad ostacoli dove il traguardo non si raggiunge mai. Una perenne lotta contro i mulini a vento Una continua battaglia in nome di diritti continuamente elusi, violati, calpestati La sensazione di chi lo vive: un senso di impotenza di fronte al caos imperante, di sgomento di fronte alle incertezze, di nullità…. Impossibilitati a godere serenamente delle ferie, noi insegnanti precari viviamo nei mesi estivi la nostra stagione peggiore. Formalmente liberi, spesso senza stipendio, noi precari di fatto risultiamo più impegnati che mai a seguire i movimenti del CSA che, proprio in questi mesi, sforna in gran quantità decreti, graduatorie, sempre “a sorpresa”, mai nelle date prefissate , prediligendo, invece, il sabato, il giorno di ferragosto….in un turbinio senza fine, nel disordine più totale. Impossibile stare dietro a tutto ciò, è una lotta per la sopravvivenza che ogni anno miete molte vittime.
Risposte controverse, mancanza di informazioni determinano ancora stress e perplessità su come muoversi in questo labirintico meandro senza uscita.
E, come se non bastasse, colme di errori… Subito fiumi di ricorsi, più volte reiterati, in quanto sovente ignorati come se neppure esistessimo… Interminabili giornate trascorse in fila al CSA per tornare a casa, quasi sempre, con un pugno di mosche e la magica promessa “rimedieranno agli errori”
Un nuovo fiume di ricorsi Poi il primo decreto di rettifica… E ancora ricorsi Il secondo decreto di rettifica E ancora ricorsi Il terzo… Poi le convocazioni…stressanti lunghe ore trascorse in angosciante attesa.. come bestie, ammassate in attesa di un pezzo di pane E quando ormai la lunga e impervia peregrinazione sembrava volgere al termine…… la scoperta che la cattedra non esiste. Si sono sbagliati : è una cattedra fantasma E’ un errore: può capitare ti dicono impassibili i funzionari mentre ti sembra di scoppiare. Peccato che questo errore sia solo l’ultimo di una catena di altri errori e non sia neppure così sporadico come talvolta si vuol far credere. Solo tra i colleghi della mia classe di concorso 051 A ne ho incontrati più di 10 nella stessa condizione.
Cattedre fantasma ad Arzano (2), ad Afragola (2 accertate), a San Giorgio (1), a San Sebastiano (7 ore), a Torre del greco De Bottis (11 ore) ancora a San Giorgio (completamento della cattedra del De Bottis)…….e altre che non ricordo… Sfidiamo chiunque, in queste condizioni, a non esaurirsi.. La scuola è appena cominciata e siamo già distrutti come naufraghi senza meta alla ricerca di risposte che nessuno sa darci, impotenti burattini in balia delle onde Inevitabile che il dramma che viviamo sia subito da tutta la famiglia. Margherita, una collega che ha avuto come me la sfortuna di trovare la cattedra fantasma , afferma di vivere una situazione insostenibile e di non riuscire a gestire i suoi impegni familiari. Sbattuta tra due scuole entrambe fantasma , la mattina si reca prima nell’ una senza sapere quanto dovrà trattenersi, poi nell’ altra, facendo qualche sostituzione di qua, qualche sostituzione di là senza mai sapere a che ora finirà nella vana, illusoria speranza che qualche anima pia possa rivelarle il suo destino, mentre magari i bambini devono essere andati a prendere a scuola, devono mangiare…Non conoscere la propria sede, non avere degli orari, non avere ancora una propria classe……talvolta sembra quasi di essere depauperati della propria identità, della propria vita, impossibilitati a gestirla come si vorrebbe. Mariarosaria , le sembra addirittura di aver firmato la propria condanna a morte, non un contratto di lavoro.Costretta a fare i conti con una salute un po’ precaria, si chiede dove le toccherà andare dice “ è come firmare un contratto matrimoniale con l’uomo con il quale si desidera stare, peccato che in un secondo momento l’ uomo amato viene dato a un’ altra donna e in sua vece ci si ritrova un frate. L’immagine del frate, non credo sia casuale, ma vuol dire che in luogo di un qualcosa che hai scelto, ti viene dato qualcosa altro che, non solo, non avresti voluto, ma che talvolta è “qualcosa di impossibile” proprio come il matrimonio con un frate o come una sede irraggiungibile. All’ansia e allo stress si aggiunge la paura di non farcela, di non avere più le forze….Si chiede disperata se ,nel caso le dovesse restare solo il frate “disponibile”, lei possa rinunciare al contratto per prendere le supplenze delle scuole ma non è dato avere una risposta certa….il dubbio atroce l’assilla e il pensiero di non sapere la fa stare ancor peggio
Sono solo alcuni esempi di una condizione di vita al limite della sopportazione che crea sgomento e danneggia insegnanti ed alunni, che ancora non hanno potuto cominciare insieme un cammino di studi….ma che ancora si dibattono nell’incertezza. Tutto ciò non è normale, non è giusto, non è proficuo Tutto ciò danneggia gravemente la scuola e chi vive. Tutto ciò è semplicemente una vergogna!!! |