PROTESTA     DEI    DOCENTI

 

 

   Gli attacchi alla scuola pubblica sono iniziati il giorno in cui è scomparsa la parola pubblica dal Ministero dell’Istruzione e continuano a colpi di tagli consistenti attraverso le varie finanziarie.

   I docenti di questo istituto, ma anche le migliaia di lavoratori della scuola che con sacrificio hanno partecipato a numerosi scioperi e manifestazioni, non sono solo preoccupati della scarsa considerazione in cui sono tenuti (stipendio molto al di sotto della media europea e forte ritardo nel rinnovo del contratto di categoria) ma si sentono altamente indignati per la tenace volontà da parte dei responsabili governativi di rendere il loro servizio alla stregua di merce. Tale situazione è aggravata dalle recenti disposizioni riguardanti la riduzione degli organici stabilita in modo del tutto arbitrario e senza alcun rispetto né della professionalità docente né dei diritti degli studenti.

   I docenti dell’I.I.S.S. Pertini di Genzano di Roma intendono dichiarare la loro contrarietà a questo processo di smantellamento della scuola pubblica non procedendo a nuove adozioni dei libri di testo per l’anno scolastico 2003-2004. Pur consapevoli dell’importanza di una oculata scelta dei testi per i loro studenti, tale decisione resta come unica strategia di protesta al momento attuabile.

   Si ritiene opportuno stigmatizzare le conseguenze della estensione delle 18 ore cattedra a tutte le discipline:

  

1) sconvolgimento del normale quadro orario delle materie e della relativa suddivisione per classe senza alcun riguardo della qualità del servizio.

 

2) interruzione della continuità didattica e instabilità del sistema valutativo.

 

3) accorpamento delle classi con relativo consistente aumento del numero degli studenti, anche in presenza di alunni portatori di handicap.

 

4) impossibilità dell’attuazione di progetti del POF.

 

5) sfiducia nelle istituzioni scolastiche da parte delle famiglie e degli studenti costretti a ripetuti cambi di docenti.

 

6) sottrazione di posti di lavoro per i precari.

 

7) eliminazione delle ore di completamento, normalmente utilizzate per attività didattica in sostituzione dei docenti assenti, ore che garantivano organizzazione e funzionalità dell’istituto.

 

8) abolizione dell’organico funzionale con conseguente impoverimento della didattica.

 

   Con il presente documento intendiamo puntualizzare che siamo perfettamente coscienti del fatto che dietro tali provvedimenti non esiste nessuna riflessione sulla qualità della didattica ma solo la volontà di risparmiare fondi da destinare evidentemente a settori più importanti di quello della costruzione solida della coscienza civile del nostro Paese.

   Siamo, quindi, consapevoli di non avere armi adeguate per poter difendere la nostra professione di operatori culturali né di poter salvaguardare il futuro della nazione. Intendiamo, tuttavia, esprimere il nostro disappunto per la strumentale falsità degli organi di informazione che in questi giorni parlano di fantomatiche inchieste tra docenti sul gradimento della “riforma”. Pertanto invitiamo chiunque abbia a cuore la propria autonomia di pensiero ad alzare il livello di attenzione nei confronti di una istituzione così vitale per la vita di tutti.