SE NON ORA, QUANDO?  



Dopo mesi persi in inutili schermaglie verbali, seguiti all'emanazione dell'"Atto di indirizzo" che apre le trattative contrattuali, ottenuto - non dimentichiamolo - in seguito allo sciopero (l'unico rivolto specificatamente ai problemi della scuola), proclamato dalla GILDA il 14 ottobre, il Governo ha formulato delle proposte (ancora verbali) che accolgono in parte alcuni delle nostre rivendicazioni:
 

  • Le "FIGURE OBIETTIVO" verrebbero decise (per numero e compiti) dai Collegi Docenti e pagate con il "fondo di Istituto".

  • Sul piano economico ci si mantiene ben lontani dai promessi "stipendi europei" visto che la proposta di adeguamento stipendiale si limita a 148 euro (medi, lordi) comprensivi del recupero dell'inflazione (sic!).

    Se qualcuno può guardare con (moderata) soddisfazione all'accoglimento, molto parziale, di alcune richieste, non possiamo che sottolineare con decisione come ciò si inquadri in una logica assolutamente inaccettabile per cui tutte le risorse economiche messe a disposizione derivano da un taglio pesantissimo delle cattedre (8500 quest'anno e 12500 il prossimo), dalla conseguente precarizzazione della categoria e dall'aumento dei carichi di lavoro e del disagio che compromettono ulteriormente la capacità della scuola pubblica di svolgere efficacemente il proprio compito.

    Inoltre accettare tale logica significa avvallare la volontà politica e sindacale di chi si è opposto con ogni mezzo al riconoscimento della specificità professionale dei docenti attraverso l'introduzione di aree contrattuali separate, contribuendo in modo decisivo a rendere stabile ed irreversibile il processo di subordinazione gerarchica e burocratica che caratterizza la cosiddetta "scuola dell'autonomia".

    E' evidente che in un momento di così grande difficoltà va posta la massima attenzione, da parte nostra, a quanto esprimono i colleghi, ma, crediamo sia indispensabile avere ben chiaro il quadro complessivo in cui queste proposte (se non cambieranno in peggio, com'è probabile) si situano, quadro caratterizzato anche da una chiara volontà del governo di non arrivare alla firma del contratto e dei sindacati tradizionali di non cambiare nulla dei precedenti (infami) accordi.

    A questo punto più che mai la capacità dei docenti di dare risposte decise ed inequivocabili sul piano della mobilitazione e di scegliere chi realmente rappresenta il loro disagio e si batte per ridare dignità all'insegnamento ed alla scuola pubblica, si riveleranno decisive.
     

    GILDA degli INSEGNANTI della Provincia di VENEZIA