CONTRATTI SEPARATI

&

RETRIBUZIONI EUROPEE


 








L'area contrattuale separata per i docenti resta l'obiettivo fondamentale della Gilda degli Insegnanti.
Il prossimo contratto dovrà contenere segnali chiari di una svolta in questa direzione.

Si tratta di un traguardo irrinunciabile alla cui base vi sono ragioni culturali e sindacali, che connotano la specificità di una professione del tutto atipica tra le professioni e lontana dagli impieghi tradizionalmente intesi.L'insegnamento è un mestiere difficile che richiede un training professionale importante, una cultura elevata e duttile, abilita a competenze professionali e relazionali non comuni, capacità di adattamento al mutare costante delle condizioni di esercizio della didattica.

L'impegno dell'insegnante non si esaurisce in aula: le ore di lezione sono solo la parte visibile di uno studio e di una ricerca continuamente alimentate dall'approfondimento individuale e dalla complessità delle dinamiche relazionali del lavoro d'aula.
A questa parte dell'attività professionale si aggiungono una serie di impegni improduttivi: i buchi tra una lezione e l'altra; il pendolarismo quotidiano generalizzato; le attività funzionali obbligatorie (solitamente di pomeriggio ed ormai quotidiane); l'elevata burocrazia da smaltire in orari che penalizzano i possibili spazi per lo studio personale; le costanti riunioni inutili ed interminabili.
Un'atipicità, quella della docenza, che non è oggi pienamente compresa e stimata. Proprio in quest'ottica la costituzione di un'area contrattuale dei docenti, diviene nel contempo riconoscimento e strumento di valorizzazione professionale della categoria.

Anche dal punto di vista della politica sindacale l'area di contrattazione separata trova ampie ragioni d'essere: sia perché altre categorie del comparto scuola (dirigenti scolastici, docenti delle accademie e dei conservatori) hanno già ottenuto la propria area di contrattazione, sia perché i numeri (800.000 insegnanti) sono tali da giustificarne da soli l'istituzione.

E' inoltre inaccettabile che ad ogni contratto si costituiscano le condizioni di umilianti confronti tra docenti e non docenti. Ad ognuno il proprio contratto ad ognuno il diritto di battersi con le forze contrattuali di cui dispone senza confusione nei ruoli, negli obiettivi, negli strumenti di lotta sindacale.

La concorde volontà dei sindacati confederali CGIL CISL UIL, ai quali si è sempre accodato lo SNALS ha impedito che in questi anni si arrivasse ad una separazione dei contratti. Un'ostilità antica e acerrima giustificata soltanto dal timore di una riduzione del proprie peso sindacale nell'area docente.

La richiesta di separazione dei contratti, traguardo storico della Gilda, condiviso dal ministro Moratti e dalla maggioranza dei docenti italiani (emerge con assoluta chiarezza dal rapporto di indagine condotta dalla SWG per conto della Gilda) non è comunque l'obiettivo ultimo e nemmeno l'unico, bensì lo strumento più idoneo per ottenere un contratto degli insegnanti che ne valorizzi la condizione professionale.

Sono anche altri gli obiettivi, "retribuzioni europee" al centro.
Un confronto degli stipendi dei docenti italiani con quelli dei colleghi europei, "senza trucchi", mostra distanze comprese tra i 4000 e 7500 dollari annui, a fronte di insignificanti differenziazioni sugli impegni orari.
La colmatura di queste differenze dovrà essere senza equivoci in termini di risorse, di impegni e di tempi. Una soluzione accettabile e condivisa alla questione retributiva sarà condicio sine qua non di altri passaggi contrattuali.
La diversificazione retributiva legata a percorsi di carriera per pochi, ad esempio, potrà avere campo dopo che la perequazione retributiva sia stata realizzata per tutti.

Le distrazioni e le chiacchiere non servono ai docenti italiani come le operazioni di immagine non servono alla scuola, agli studenti e al loro futuro.
 

Il Coordinatore Nazionale
prof. Alessandro Ameli