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Sensè Profumo
Spiegava alla conduttrice, vistosamente inadeguata, come lo chiamino così nei suoi frequenti viaggi in Giappone, dov’è di casa. Da quelle parti sensè vuol dire, molto grosso modo, maestro (il Ministro è un Onorevole Docente, ma nel corso di quella puntata, di certo per nostra insipienza, non abbiamo ben capito se nel favoloso Oriente si rivolgano indistintamente a tutti gli insegnanti, dalle elementari all’università passando per le superiori, con sensè, o lo facciano solo con i Ministri-Maestri). “Sensè Profumo”… Il Maestro-Ministro assicurava ai due giornalisti in studio, che sentirsi appellare così (lì, nel lontano Oriente), provoca una vera sferzata d’autostima. Qualità perduta dal ceto insegnante nostrano, tragicamente a corto di dopamina (anche perché si viaggia poco, diciamo la verità). Per porre rimedio, sensè Profumo deve aver pensato alle 24 ore di cattedra. Al canto dell'inno aziendale. Alla ginnastica collettiva prima dell'inizio del lavoro, come usa nel Sol Levante. Senza spirito di corpo – ne è giustamente convinto – non si possono diffondere i valori, la missione, il credo, le politiche generali dell'azienda-scuola. Sotto le 24 ore niente autostima. Zero dopamina. Condizione umiliante. Da harakiri.
Ci permettiamo solo,
umilmente, di far presente al Ministro che lo stesso sistema di
produzione Toyota è descritto da alcuni come un modo di produrre
ragionevole, che ha tra i suoi fini (sia pur secondari) il rispetto
per l'uomo, una risorsa da coltivare se il sistema vuole conseguire i
suoi obiettivi. Questo rispetto è perseguito col sistema dei
suggerimenti attraverso i circoli di qualità, permettendo a ciascun
operaio di partecipare al processo produttivo. Ma sempre
umilmente, dobbiamo riconoscere che la nostra familiarità con il Sol
Levante è infinitamente inferiore a quella di Sensè Profumo. Va
da sé viceversa, che dimorando nella Terra della sera, noi
docenti si sia, più che altro, in-sensè. Arlekin |