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L’onda perfetta



Tra calure e nubifragi agostani, l’onda del malcontento per i compiti estivi sulle pagine dei quotidiani. Non sembra anomala, ma solo a prima vista. Gli aneddoti di Cinzia Sasso – “Alice, 7 anni, prossima alla terza, iscritta a un’elementare del centro di Milano, già all' indomani della chiusura della scuola mette la sveglia alle 8 perché dalle 9 alle 12 bisogna fare i compiti. […] spostarsi significa preparare uno zaino gigantesco” (la Repubblica, 11/8/08) – non sono il cuore del problema (ne sono il “Cuore”, semmai). Nella stessa inchiesta, Intravaia ha citato il fioroniano “Progetto ascolto” (a. s. 06/07, settore servizio clienti, appena pubblicato), registrando l’onda bassina delle critiche ai compiti per casa (non per ombrellone) delle superiori (19 %); quella più alta nel ciclo primario (31,5 %); infine, un’onda alta il doppio, che corre dritta verso le aule scolastiche: «[…] i dati più interessanti riguardano il 61 per cento delle famiglie che ritengono le lezioni “poco stimolanti” e le 41 su 100 che considerano “non sempre efficaci le metodologie didattiche utilizzate” dagli insegnanti.» Lodoli ha sigillato l’inchiesta con leggerezza: “Qui siamo tutti d' accordo: niente compiti per l'estate, niente stanzette soffocanti, lasciamo che la natura e lo stupore insegnino tante cose belle ai nostri bambini.”

Vogliamo scommettere che solo barchette leggere come questa ce la faranno, col muro dell’onda perfetta già all’orizzonte?
 

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