Arlekin

 


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Scuolabus


“[…] le ragazze ostentano spacchi e trucchi pesanti, acconciature paurose, i ragazzi indossano giacchette elegantine e inadeguate, ma ancora peggio sono gli insegnanti, per i quali questa sembra la più importante serata mondana d'inizio millennio.” E’ la cena di classe di fine anno con gli alunni del quinto, descritta da Lodoli in una tappa recente di “Scuolabus”, rubrica del mensile “Giudizio Universale” (on line: http://www.giudiziouniversale.it). Sbarcati dall’autista del Giudizio alla cena apocalittica, tra palline di pane che partono, “fette plastificate di prosciutto e pasta scotta”, i professori “sorridono, approvano [i sogni dei ragazzi, ndr] e già sentono la tenaglia che gli stringe il cuore. Tutto passa, anche questi ragazzi vanno via.”

In genere, mi tengo libero per la cena di classe se i ragazzi mi garantiscono che la pasta sarà cotta come si deve, gli insaccati d.o.p., non dopati. Se la data non si può spostare, e c’è una serata con amici, do forfait (cioè non do la precedenza allo Scuolabus). Non pochissimi tra i miei colleghi evitano di salirci, sullo Scuolabus (causa palline di pane, lazzi, vociare). Non posso dargli torto. Sul viso di quelli con cui a volte ci si sale, invece, ho visto in genere più benevolenza che incontenibile emozione per “la più importante serata mondana d'inizio millennio”. Nessuna tenaglia stringe infine il cuore se vediamo, cena a parte, una maturità (nel senso dell’esame) perlomeno decente.

A volte qualche languore c’è. Lo devo ammettere. Si riscontra tuttavia prima, non dopo la cena di classe.

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