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Armiamoci (e
partite)
Lungo la sua "Linea di confine" sulla Repubblica, Pirani scruta
preoccupato da una parte e dall'altra del fronte. Cita Aprea,
responsabile scuola di F.I. – “Il meccanismo di recupero dei debiti
voluto dal ministro Fioroni non va bene. Lo cancelleremo” – temendo che
la neoministra Gelmini dia bada a lei senza nemmeno saggiare Pizza
(neosottosegretario). Dall'altra parte, contempla qualche perla ricevuta
per lettera da un docente universitario di Lettere di Napoli: «[…] una
gentile laureanda, riassumendo un testo scrive: “L' attore all'
ungandosi verso la finestra...”». Tra le perle, una anche del docente
(universitario, sorry): “La responsabilità del disastro è della scuola
dell'obbligo e degli istituti superiori”. Tutta la collana serve a
Pirani per ammonirci: cancellare il meccanismo di recupero dei debiti
significa “restaurare la governance populista da paese dei balocchi”
(Repubblica, 12/5/08). Però. Se questa cancellazione facesse rientrare
da oltrecortina i cari, vecchi esami di settembre (espulsi proprio dal
primo governo Berlusconi)?
Il 54% degli istituti
scolastici italiani non ha le risorse necessarie per i corsi voluti da
Fioroni. Il “buon conservatore illuminato” (così Pirani) ha lanciato il
suo blitz, senza fare troppi conti. Quello di sempre il motto: armiamoci
e partite. Non era una guerra lampo (come sempre). E Pirani ancora non
vede, dal suo confine, le nostre trincee.
Arlekin
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